L’ importanza del ritratto fotografico

Ho studiato fotografia alla fine degli anni ottanta a Milano, nel 1990 ho aperto la mia prima partita IVA come fotografo, da allora sono passati quasi trent’anni nei quali ho  ripreso principalmente “persone” per pubblicità o moda, ciò aveva una committente che era interessato ad un lato puramente estetico  o commerciale dei soggetti.

Un giorno Settimio Benedusi mi ha consigliato di acquistare il libro: “Educare lo sguardo” di Roswell Angier ( edito da Zanichelli nel 2008 ISBN: 9788808064271 ), un libro di oltre 200 pagine, dove ai moduli “teorico / storici” Angier affianca veri e propri esercizi fotografici.

Questo testo ha risvegliato in me il desiderio di andare oltre il “packaging superficiale” dei soggetti ritratti, invogliandomi a tornare indietro nel tempo, a quando fotografare una persona era un modo di conoscerla, “raccontarla” scrivendone la storia attraverso gli occhi.

Al Mia Photo fair 2018 Settimio, aveva programmato di ritrarre 160 persone per poi crearne un “collage murale” dal titolo “Non mi ricordo” , un’intervento operatorio improvviso lo ha costretto in ospedale a Imperia, privandolo del piacere di fotografare me e altri 159 soggetti ( e della milza ).

Impossibilitato a portare a termine l’impegno preso con quanti avevano pre-pagato il ritratto, Settimio ha incontrato la solidarietà molti fotografi ( Maurizio Beucci, Cesare Cicardini, Matteo Curti, Mariangela Della Notte, Giovanni Gastel, Fabio Lovino, Valerio Spada, Guido Stazzoni, Toni Thorimbert, Sofia Uslenghi ) i quali si sono alternati nel photo-boot allestito allo stand di Benedusi, per ritrarre le persone prenotate, scaglionate in fasce orarie.

La collaborazione di tutti questi professionisti, secondo me, è la prova dell’ importanza del ritratto fotografico.

Grazie Settimio,

guarisci presto,

Marco